Mohawk Industries acquisisce Vitromex e si espande in Messico

L’accordo con Grupo Industrial Saltillo siglato il 3 giugno. Valore dell’operazione 293 milioni di dollari. Il closing previsto nella seconda metà del 2022.

Jeffrey S. Lorberbaum

Con un investimento di circa $293 milioni, Mohawk Industries ha annunciato l’acquisizione di Vitromex, il terzo maggiore produttore messicano di piastrelle, parte del Grupo Industrial Saltillo.

Fondata nel 1967, Vitromex dispone di quattro stabilimenti produttivi dislocati strategicamente in varie regioni del Paese, un ampio catalogo prodotti e una rete distributiva capillare su tutto il territorio.

L’azienda, che vanta un ottimo posizionamento sul mercato ceramico nazionale, ha chiuso il 2021 con ricavi pari a circa $204 milioni.

Con l’accordo siglato il 3 giugno (il closing è previsto nel secondo semestre 2022 dopo l’approvazione degli azionisti GIS), Mohawk Industries, leader mondiale del flooring, nonché numero uno nel segmento piastrelle, amplierà notevolmente la sua già importante presenza sul mercato messicano, in termini di efficienze produttive, capacità logistiche e portafoglio clienti. Una presenza cresciuta negli ultimi dieci anni grazie alla realizzazione del modernissimo sito produttivo di Salamanca e allo sviluppo di un'organizzazione di alto livello.

Quello messicano si conferma un mercato strategico e in crescita, con un consumo totale di piastrelle che nel 2021 ha sfiorato i 270 milioni mq per un valore di $1,7 miliardi.

“Le piastrelle di ceramica sono la pavimentazione maggiormente utilizzata in Messico e il mercato è cresciuto di circa l’11% in pesos all'anno negli ultimi cinque anni”, ha sottolineato Jeffrey S. Lorberbaum, presidente e CEO di Mohawk, che ha aggiunto: “In combinazione con Vitromex offriremo ai nostri clienti una gamma completa di materiali per i segmenti residenziale e commerciale garantendo una migliore capacità di servizio. Vitromex è uno dei marchi più apprezzati nel mercato messicano ed è riconosciuto come leader nell'innovazione e nel design. Siamo lieti di dare il benvenuto al loro team nella divisione Global Ceramic di Mohawk".

I risultati di Mohawk Industries nel primo trimestre 2022

Dopo aver chiuso il 2021 con ricavi oltre gli 11 miliardi di dollari, il colosso di Calhoun (Georgia), ha proseguito il suo ottimo andamento anche nel primo trimestre 2022. I ricavi netti hanno raggiunto i 3 miliardi di dollari (+13% sul primo trimestre 2021, o +17,3% a valuta costante), e gli utili netti sono stati pari a $245 milioni. Un altro trimestre da record, quindi, che ha superato le stesse aspettative, come ha confermato Lorberbaum.

In particolare, la divisione Global Ceramic ha registrato un aumento di vendite del 14,5% (+18,5% a valuta costante) e un margine operativo pari al 9,4%, risultato, da un lato, di maggiore produttività, volumi di vendita e listini più alti e, dall’altro, dall'aumento dell'inflazione dovuta, in Europa, per lo più alla crisi del gas.

In costante miglioramento l’attività negli Stati Uniti, con vendite e margini in aumento grazie ad un migliore mix di prodotti, ai molteplici aumenti dei listini per compensare l'inflazione, nonché al vantaggio di poter fornire un’alternativa alle importazioni, svantaggiate dai forti aumenti dei costi di trasporto e dai ritardi nelle spedizioni. In forte crescita le vendite di top in quarzo, la cui produzione nello stabilimento in Tennessee è in corso di ampliamento per soddisfare la domanda.

Buoni risultati anche in Messico e Brasile nonostante le vendite siano state limitate dai bassi livelli di magazzino. In Brasile il gruppo ha in programma la prossima costruzione di un nuovo impianto di gres porcellanato.

In Europa le vendite sono cresciute sia per la maggiore domanda dei consumatori che per l’acquisto di stock di magazzino più consistenti da parte dei distributori in previsione di una più alta spinta inflazionistica. Per quanto riguarda il problema dell’approvvigionamento di materie prime in seguito all’interruzione delle forniture di argille ucraine, Lorberbaum conferma che le aziende del gruppo avevano già aumentato le loro scorte prima dell'invasione, evitando così di interrompere la produzione, mentre, per ovviare all’incremento dei prezzi del gas naturale – superiore a quanto stimato per l’anno – si è dovuto ricorrere ad un rialzo dei listini maggiore di quanto era stato previsto, oltre a migliorare il mix di prodotti.

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