Via libera già dal 27 aprile alla riapertura dei reparti produttivi nel distretto ceramico italiano, che rientra tra quelli di “rilevanza strategica in quanto fortemente orientati all’export”.
Già siglato da Confindustria Ceramica con i sindacati un protocollo per garantire la ripresa delle produzioni ceramiche in piena sicurezza. L’appello degli industriali per riaprire le fabbriche al più presto.
L’allarme di Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica: “Siamo molto preoccupati, perché le decisioni messe in campo dal Governo italiano per arginare la diffusione del contagio stanno minando la competitività del settore”
L’Assemblea ha approvato la fusione per incorporazione di Andil in Confindustria Ceramica, che ora rappresenta anche i produttori italiani di laterizi.
Confindustria Ceramica ha presentato i dati relativi all’andamento dei tre comparti nel 2018. Bene i refrattari e la stoviglieria, in flessione i sanitari.
La produzione di piastrelle si ferma a 415 milioni mq (-1,6%), il fatturato del settore perde il 3% scendendo a 5,4 miliardi di euro. Elevatissimi gli investimenti tecnologici, ancora oltre i 500 milioni di euro.
In una lunga intervista il presidente di Confindustria Ceramica Giovanni Savorani analizza i fattori che hanno contribuito al rallentamento del settore e illustra le misure messe in campo per afferrare nuove opportunità di crescita.
Dopo cinque anni di continua crescita, l’industria italiana produttrice di piastrelle ceramiche chiude il 2018 col segno meno. Produzione, vendite ed export in calo tra il 2 e il 3%.
La piastrella italiana chiude il 2016 con investimenti record a 400 milioni di euro (+14%), fatturato a 5,4 miliardi di euro (+5,9%) e produzione nazionale a 416 milioni mq (+5,4%).
Il 2016 potrebbe vedere un consolidamento della crescita negistrata nel 2015, con vendite interne in positivo (+2,7%) e export in ulteriore aumento (+3,6%). La produzione nazionale è stimata in crescita del 3,8%.